Comitato Castelcrescente

Comitato Castelcrescente

mercoledì 20 agosto 2008

Aiutiamo Dante De Angelis

Ciao a tutte/i,
molti di voi probabilmente avranno seguito il licenziamento di Dante De Angelis, il macchinista delle FS e responsabile sindacale alla sicurezza. Volevo invitarvi a firmare la petizione on line per la sua riassunzione sul sito firmiamo.it.


Vi allego il comunicato di ATTAC

DANTE E’ UNO DI NOI. LICENZIARE I DIRIGENTI DI TRENITALIA!

Ancora una volta, le ex Ferrovie dello Stato ora divenute Trenitalia SpA, mostrano il vero volto della privatizzazione dei servizi pubblici : l’unica legge è il mercato, i diritti dei lavoratori e dei cittadini sono variabile dipendente.

Solo così, l’ex sindacalista Cgil Moretti, ora amministratore delegato della SpA, può permettersi di licenziare Dante De Angelis, un ferroviere responsabile della sicurezza, che tutte/i abbiamo imparato a conoscere per le costanti denunce sul peggioramento delle condizioni di lavoro e sui conseguenti disastri sul versante della sicurezza e della qualità del servizio reso ai cittadini.

Nell’Italia “brunettizzata” di questi infausti tempi, Trenitalia ha forse pensato che un licenziamento a ferragosto potesse passare sotto silenzio e rassegnazione.

Così non è, così non deve essere.

Dante è uno di noi.

La sua lotta per diverse condizioni di lavoro e di sicurezza del trasporto ferroviario è la nostra lotta contro tutte le privatizzazioni e la trasformazione in merce dei beni comuni e dei servizi pubblici.

Muoversi è un diritto. Poterlo fare utilizzando il trasporto pubblico è oggi più che mai una necessità.

Tutto questo non ha nulla a che fare con la ricerca di un business che ha trasformato i trasporti dei pendolari in viaggi allucinanti e i viaggiatori sulle lunghe percorrenze in polli da spennare…in attesa della privatizzazione definitiva con l’alta velocità.

Mentre i lavoratori, ormai considerati poco più che un peso, sono costretti a turni massacranti, straordinari senza interruzione, carichi di lavoro sempre più pesanti. E al silenzio o ad essere licenziati se solo fanno il loro dovere di informare sui rischi per la sicurezza dei trasporti.

Chiediamo con forza l’immediato reintegro di Dante nel suo posto di lavoro, ma chiediamo anche che si apra tra i lavoratori e i cittadini un forte canale di comunicazione e di mobilitazione comune per chiedere con forza la ripubblicizzazione del trasporto pubblico e la sua gestione partecipativa con il concorso dei lavoratori e degli utenti a qualsiasi livello.

Vogliamo vivere in un Paese in cui salire su un treno non sia più un costoso incubo quotidiano, bensì un modo per muoversi senza preoccupazioni e contribuire alla tutela dell’ambiente e della qualità della vita.

Siamo certi che sarà così se a guidare quel treno ci saranno Dante e quelli come lui.


ATTAC ITALIA

sabato 26 aprile 2008

Le tre A

Ambiente, Agricoltura, Alimentazione

L’agricoltura è un insieme di attività fondamentali per la sostenibilità della società e per l’identità storica e culturale del Paese. La riduzione dell’uso della chimica in agricoltura, lo sviluppo del biologico, la tutela delle produzioni tipiche e di qualità, la manutenzione e la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico, lo sviluppo di produzioni energetiche rinnovabili: questi gli obiettivi strategici che bisogna assegnare all’Agricoltura, le cui diverse funzioni vanno riconosciute anche in termini di risorse economiche.
A tal fine è necessario un rafforzamento del sistema di autorizzazione, controllo e vigilanza sui prodotto, la promozione di marchi per le produzioni di qualità, l’incentivazione di sistemi di etichettatura per la rintracciabilità della materia prima. Si tratta di strumenti per rafforzare il ruolo delle produzioni di qualità e biologiche a tutela dei consumatori e dei produttori. Una nuova alleanza è necessaria oggi tra cittadini consumatori e cittadini produttori in agricoltura, un’alleanza che faccia del nesso tutela dell’ambiente e della salute promozione della qualità, il piano di rilancio di un settore vitale della società.

sabato 12 aprile 2008

Elezioni rinuclearizzate

Elezioni rinuclearizzate

di Lucia Venturi www.greenreport.it

LIVORNO. L’ultimo giorno di campagna elettorale si chiude con un uno scambio rovente di opinioni sopra un tema che ha caratterizzato sin dall’inizio il dibattito politico: il ritorno al nucleare. L’oggetto che ha scatenato l’ultimo match è una mappa presentata da Pecoraro Scanio, attribuita ad uno studio commissionato dal Pdl, in cui si evidenziano possibili siti dove poter realizzare nuove centrali nucleari in Italia. Ben 15 le aree idonee, che rappresentano altrettanti siti dove o già esistono vecchie centrali in decommissioning, o su cui erano state proposte centrali poi mai costruite, dal momento che il nostro paese ha scelto nel 1987 con un referendum, che vide oltre l’80% della popolazione esprimersi in maniera contraria all’energia atomica, di abbandonare quella strada per produrre elettricità. Studio immediatamente smentito dal responsabile energia del Pdl, Stefano Saglia, che richiama ad una posizione ben più realistica espressa dal suo partito: prima l’istituzione di una agenzia per risolvere il problema delle scorie ancora in attesa di essere messe in sicurezza, poi la possibilità di individuare al massimo due, tre siti dove pensare di realizzare nuove centrali. Chiamato in causa da Pecoraro Scanio anche il partito democratico «di voler riaprire al nucleare», gli risponde subito Realacci che non se ne parla di riaprire centrali nel nostro paese e che l’apertura è invece alla ricerca del nucleare di nuova generazione. Se l’intento era quello di lanciare un carico da novanta sulla parte avversa, il risultato ottenuto è ben lungi dall’atteso. Ma quello che sorprende non è tanto la polemica (tutta elettorale) tra le parti, quanto il fatto che il tema nucleare sia stato, in questa campagna elettorale, una delle principali questioni di cui si è discusso. E su cui anche la stampa ha dato un contributo non indifferente a tenere vivo il dibattito, in maniera quasi quotidiana. Una situazione del tutto nuova, non tanto per il fatto di scoprire che vi sono opinioni favorevoli all’energia atomica (tra l’altro bipartisan), o che l’apertura alla ricerca sulla nuova generazione di centrali atomiche sia scritta nei programmi elettorali: cosa questa del resto nota e già presente anche nella scorsa campagna elettorale. La novità sta nel fatto che vi sia un evidente cambiamento di approccio diffuso che permette che un dibattito su questo tema, possa diventare prioritario e non marginale nella campagna elettorale. Segno che su questo si pensa di ottenere voti, in un senso e nell’altro da tutte le parti in gioco. E che sia meno accattivante invece, parlare di energie rinnovabili, tema su cui apparentemente sono d’accordo tutti e che si trova in tutti i programmi dei partiti, ma la cui declinazione, sull’eolico ad esempio, potrebbe invece dare origine a diffusi malumori, anche questi certamente bipartisan.

domenica 2 marzo 2008

Inceneritore, quanto mi costi?
di Federico Valerio
segnalato da CONSAPEVOLE 6




La termovalorizzazione è il più costoso sistema per lo smaltimento dei rifiuti e tutti gli italiani, a loro insaputa, pagano generosi incentivi a suo sostegno

La campagna pubblicitaria a favore dei termovalorizzatori, gestita alla grande da tutti i mezzi di comunicazione di massa, omette volutamente due essenziale informazione: “Quanto ci costa e chi paga?”. In base a documenti dell’Unione Europea, la risposta alla prima domanda è che la termovalorizzazione è il metodo più costoso per smaltire rifiuti.
In Austria, l’incenerimento di una tonnellata di rifiuti da parte del termovalorizzatore di Vienna, quello che si dice sia nel centro della città e che è stato affidato alle cure estetiche di un fantasioso architetto, costa ben 148 Euro. In Danimarca, termovalorizzare i rifiuti nell’impianto di Copenhagen che si vuol far credere sorga vicino alla “Sirenetta”, costa 97 euro a tonnellata. Bruciare i rifiuti in Germania costa un po’ meno: 88 euro per tonnellata. […]
I minori costi degli inceneritori tedeschi, rispetto a quelli Danesi e Austriaci hanno una spiegazione. La Germania è ricca di vecchie miniere di salgemma dove si possono stoccare in sicurezza le cosiddette ceneri volanti, ossia tutto quello che rimane nei filtri dopo la depurazione dei fumi degli inceneritori, veri e propri rifiuti tossici in quanto contengono, ad alte concentrazioni, metalli pesanti, diossine, furani, idrocarburi policiclici.
E in queste stesse miniere di salgemma finiscono i rifiuti tossici prodotti dall’inceneritore di Vienna e dall’inceneritore di Brescia, mentre i Danesi, per risparmiare, esportano le loro ceneri volanti nella vicina Svezia. E questo traffico di rifiuti tossici costa una bella cifra: per ogni tonnellata di ceneri volanti gli austriaci pagano 363 euro e i tedeschi 255 euro. […]

La beffa italiana degli incentivi all’incenerimento
Anche in Italia termovalorizzare rifiuti è una scelta che si paga a caro prezzo: mediamente, 90 euro a tonnellata. Eppure, nel nostro paese smaltire le ceneri volanti costa molto poco (129 euro a tonnellata). Sarebbe interessante capire in quale modo riusciamo ad avere prezzi così bassi anche perché, come sappiamo, l’Italia non ha miniere di salgemma disponibili per lo stoccaggio di rifiuti pericolosi.
Ma la via italiana alla termovalorizzazione dei rifiuti ha altre singolari particolarità.
Mentre Austria, Danimarca, Belgio tassano la termovalorizzazione dei rifiuti (da 4 a 71 euro a tonnellata) in Italia questa tecnologia è incentivata con generose offerte in danaro, pagate all’elettricità prodotta bruciando spazzatura.
In tutta Europa la vendita di elettricità prodotta bruciando rifiuti avviene a prezzi molto simili a quella dell’elettricità prodotta da fonti convenzionali (olio combustibile, carbone, metano), pari a circa 4 centesimi per chilowattora.
In Italia, la vendita di elettricità prodotta con un termovalorizzatore frutta al gestore dell’impianto da 9 a 14 centesimi a chilowattora, a seconda che l’incentivo economico si avvalga dei vantaggi previsti dai “certificati verdi” o del cosiddetto CIP6.
In entrambi i casi si tratta di incentivi che sarebbero dovuti andare alle fonti di energia rinnovabile (solare, eolico, biomasse) e che invece vanno a favorire la termovalorizzazione dei rifiuti, dichiarati per legge, tutta italiana, fonte energetica rinnovabile.
Questo significa che il gestore, per ogni tonnellata di rifiuto termovalorizzato, grazie all’elettricità prodotta (0,5 chilowatore per chilo di rifiuto termovalorizzato), riceve un incentivo che varia da 25 a 50 euro.
Questi soldi escono dai portafogli di tutte le famiglie italiane e questa (le famiglie italiane) è la risposta alla seconda domanda che ci siamo fatti all’inizio di questa chiacchierata: chi paga?
In questo caso, gli incentivi all’incenerimento sono pagati con la bolletta della luce; una vera e propria tassa occulta che si aggiunge alla tassa sui rifiuti che è già cara, ma che è destinata ad aumentare quando, come prevedono tutti i Piani Provinciali, si termovalorizzerà il 65% dei rifiuti prodotti dagli italiani.
Attualmente, circa il 60% dei rifiuti prodotti in Italia è inviato in discarica e il costo medio della discarica (64 euro a tonnellata) è molto più basso dell’incenerimento
Con l’attuale sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti e con l’attuale produzione pro-capite di rifiuti (circa 550 chili all’anno), il costo a carico delle famiglie per lo smaltimento di un chilo di rifiuti è di circa 12 centesimi. Quando in Italia saranno in funzione tutti i 140 termovalorizzatori programmati, sarà inevitabile un generalizzato forte aumento della tassa sui rifiuti, che si prevede possa essere pari al 40% in più, rispetto all’attuale valore. In questa situazione, il costo pagato dalle famiglie per lo smaltimento di un chilo di rifiuti potrebbe arrivare a circa 17 centesimi.
Ma, se la scelta della termovalorizzazione spinta andrà avanti, il costo reale della termovalorizzazione, sempre a carico delle famiglie italiane, sarà ancora maggiore.
Pochi sanno che ogni volta che compriamo qualche cosa, paghiamo 7 centesimi per ogni chilo di imballaggio con cui è confezionato il nostro acquisto: contenitore in vetro, plastica, metallo, scatola di cartone, involucro in plastica, sacchetto.
Questa tassa va al Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI) e dovrebbe servire a coprire i costi per la raccolta e il riciclaggio degli stessi imballaggi.
Ma l’Italia ha i più bassi tassi di riciclaggio in Europa (circa il 20%), destinati a rimanere bassi, grazie alla “furbata” tutta italiana di far diventare, per legge, la termovalorizzazione una forma di riciclo.
Pertanto, la tassa pagata per il riciclo degli imballaggi non è, e non sarà utilizzata per gli scopi previsti se saranno costruiti tutti i termovalorizzatori che qualcuno vorrebbe (uno per ogni provincia) e questo potrebbe configurarsi come una colossale truffa a danno di tutti gli italiani.
In conclusione, un chilo di imballaggi termovalorizzato, conteggiando la futura tassa rifiuti (17 cent.), la tassa riciclo imballaggi (7 cent.) e il costo dei certificati verdi (9 cent.) costerà alle famiglie italiane circa 33 centesimi (639 lire).

FONTE
L’articolo è tratto dal libro di Federico Valerio Inceneritore? No! Tutto quello che non vi hanno mai detto sugli inceneritori di rifiuti e che molti di voi cominciano a chiedere edito da Andromeda (collana Reprint n.21). È possibile acquistare il libro on-line collegandosi al sito
www.macrolibrarsi.it.

martedì 29 gennaio 2008

La guerra degli OGM


La guerra degli OGM

di: Alessio Mannucci

La Commissione UE ha accelerato sugli OGM: nuove richieste di autorizzazione in Europa – dai residui della patata transgenica della multinazionale Basf per produrre mangimi ad altri tre mais biotech della Monsanto – si ritroveranno presto sul tavolo dei ministri dell'Agricoltura e Sanità europei.

Non solo. In occasione del Comitato Europeo di Regolamentazione sugli OGM, tenutosi lo scorso 19 e 20 dicembre (2007) a Bruxelles, l'Esecutivo UE ha proposto il via libera per un altro mais transgenico – il “GA21” – dimostrando che, almeno per quanto riguarda la commercializzazione (non la coltivazione), il sistema di autorizzazione sta funzionando come chiede l'Organizzazione Mondiale per il Commercio (OMC). L'Europa ha avuto tempo fino all'11 gennaio 2008 per adeguarsi alle conclusioni del pannello (l'organismo di arbitraggio) a cui si sono rivolti USA, Canada e Argentina per condannare la lentezza delle procedure europee di autorizzazione: i tre paesi potranno chiedere alla WTO sanzioni contro l'UE che potrebbero raggiungere – secondo primi valutazioni a Bruxelles – l'ammontare di 600 milioni di dollari, con conseguenze sugli scambi commerciali dei paesi europei più contrari agli OGM.

Così, lo scorso mese di dicembre, l'Esecutivo UE ha rilanciato il confronto sul transgenico: i 27 partner hanno tre mesi per decidere. Si dovrà decidere in primo luogo il via libera in Europa all'uso dei residui della lavorazione della “superpatata” - “EH92-527-1” - chiamata anche Amflora - nella produzione di mangimi (progettata per la trasformazione in fecola ad uso industriale. La sua introduzione sul mercato europeo potrebbe generare profitti annui per circa 30 milioni di euro, oltre ad aprire la strada ad altri prodotti bio-tech, inclusa la patata resistente alla peronospora). Poi, i ministri dovranno pronunciarsi su tre ibridi di mais destinati essenzialmente alla alimentazione animale. Si tratta del “Mon863xNk603”, del “Mon863xMon810” e del “Mon863xMon810xNK603”, tutti basati sul Mon863, che ha mostrato segni di tossicità. Su questi dossier, Francia e Germania si erano astenuti di votare a livello tecnico mentre l'Italia aveva votato contro.

Nei cassetti della Commissione UE ci sono inoltre altre due procedure in attesa di esame: una relativa al cotone “LLCotton25” e l'altra alla soia “A2704-12”, entrambi della Bayer CropScience, modificati per resistere agli erbicidi, che hanno già ottenuto il parere favorevole dell'Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), in barba al principio di precauzione.

Il commissario dell'Ambiente, Stavros Dimas, dovrebbe proporre uno stop all'autorizzazione alla coltivazione di due dei mais transgenici per motivi ambientali, in base a numerosi studi scientifici che lasciano aperta la questione dei rischi elevati a lungo termine. Nel mirino del commissario sono il "Bt11" della svizzera Sygenta e l' “1507” della statunitense Pioneer. I rischi riguarderebbero soprattutto alcune farfalle, in particolare la monarca. Nella bozza si citano studi secondo i quali la coltivazione di questi mais potrebbe portare ad “un danno potenziale irreversibile all'ambiente” e ad un “livello di rischio inaccettabile” con conseguenze anche su altri insetti acquatici e quindi sui volatili che se ne cibano.

La posizione di Dimas appare però abbastanza isolata all'interno dell'esecutivo UE. In particolare, ha fatto sentire la sua voce pro-OGM il commissario europeo dell’Agricoltura, Mariann Fischer Boel, che ha cercato di terrorizzare produttori e consumatori di carni. Continuerà dunque la battaglia italiana, alleata alla Francia, per ampliare il fronte dei paesi UE contrari alle aperture agli OGM, anche con la consegna in commissione UE, come annunciato la scorsa settimana dal ministro delle politiche agricole Paolo Di Castro, dei tre milioni di firme raccolte in Italia contro gli OGM.

Dalla fine della moratoria, nel 2004, sono 15 gli OGM autorizzati in Europa, portando il totale a una trentina di prodotti biotech che possono essere commercializzati nell'UE. Ma solo uno, il mais “Mon 810”, approvato alla fine degli anni Novanta, è destinato alla coltivazione. Per il commissario europeo dell'Agricoltura, Mariann Fischer Boel, un'eventuale moratoria sulle nuove autorizzazioni, come chiedono diversi paesi fra cui l'Italia e la Francia, avrebbe “delle conseguenze importanti” sulla produzione di carne, che dovrebbe “abbandonare l'Europa”.

Il ministro dell'Agricoltura tedesco, Horst Seehofer, ha dichiarato che “sarebbe meglio fermare immediatamente le nuove approvazioni e vedere se la procedura è adeguata”. Fischer Boel ha risposto che il prezzo del mais, largamente utilizzato per i mangimi animali nell'UE, è oggi superiore del 55% in Europa rispetto agli Stati Uniti. Non accettare nuovi OGM già autorizzati nei paesi americani produttori di mangimi (mais e soia in Usa, Argentina e Brasile) significherebbe dunque rischiare una crisi dell'approvvigionamento europeo: “il risultato sarebbe che la produzione di carne dovrebbe lasciare l'Europa”.

Siamo al ricatto vero e proprio.

Data articolo: gennaio 2008

Link correlati all'articolo:

Consiglio dei Diritti Genetici

European Food Safety Authority

Altri articoli correlati:

Mais OGM tossico

Monopolio multi-genomico

Referendum popolare sugli OGM

E-mail: Alessio Mannucci

mercoledì 23 gennaio 2008

Uomo sotto attacco!

Salute a Voi tutti.
Che tiri una brutta ariaccia ( in tutti i sensi ) dovrebbe essere chiaro ad ognuno.
Poco lavoro- sfruttamento - recessione- inflazione - clima impazzito - violenze a iosa - tassi giù tassi sù - caro petrolio...
Sapete che basta che i Banchieri ( quelli veri ) dispongano e tutto si ferma?
Che siamo tutti ostaggio ( intere nazioni ) delle grandi banche?
Quanti di voi sanno  ( io l' ho scoperto da poco ) che non è lo stato che batte moneta?
Che una volta sulle banconote c'era scritto Repubblica Italiana ed ora invece c'è scritto Banca D' Italia e che quest'ultima è un ente PRIVATO e che LUCRA sulla fornitura di denaro allo Stato?

 Occorre però guardare oltre il proprio orticello, e più in là ancora, e provare a scrutare l'orizzonte...Insomma se diamo uno sguardo un pò più profondo ed evitiamo di farci IMBOCCARE da tv-radio-giornali-politici-preti...e riattivando il CERVELLO ANESTETIZZATO da mille cose...riusciremo a percepire che c'è una CONVERGENZA di fatti...MONDIALE.
Aguzzate la vista, allertate i sensi.
Molti "grandi" personaggi ormai parlano apertamente di NUOVO ORDINE MONDIALE ( recentemente anche il nostro presidente della repubblica - chissà perchè mi è venuto scritto in minuscolo ).YouTube - Napolitano NWO
Sì, possiamo parlare di ambiente, di elettrosmog e radiazioni ionizzanti (Servizio di Radioprotezione ), di agricoltura biologica, ecc..., anzi dobbiamo parlarne ma non riusciremo così a capire che la maggior parte di questi problemi ha una stessa matrice, sembra quasi ( probabilmente è così ) 
che il veloce deterioramento della qualità della nostra vita risponda ad un PROGRAMMA già stabilito: qualcuno vuole che ciò avvenga.
Qualcuno vuole che i popoli siano sottomessi ( non è una novità ), che ci sia un GOVERNO MONDIALE, una MONETA MONDIALE ( è per questo che è nato l'euro e presto nascerà una moneta unica asiatica-araba-africana ), una RELIGIONE MONDIALE, una POLIZIA MONDIALE.

Vedremo i nostri diritti sempre più ristretti, saremo sempre più controllati; potremo mangiare solo ciò che altri decidono, i cibi saranno sempre più finti, privati di elementi attivi vitali;...

Visione catastrofica la mia? Spero. Ma a leggere i fatti che si svolgono attorno c'è tutto un lavorio contro l'essere umano nella sua interezza.
Voi informatevi, siate sempre vigili, non fermatevi alle apparenze.
IL QUADRO VA VISTO NEL SUO INSIEME e cercare di carpirne ed i particolari e l'essenza che lo ha ispirato.
Io non è che abbia scoperto tutto, anzi, ma ci provo ascoltando, leggendo, cercando, guardando e magari scambiandoci le informazioni tra noi riusciremo a resistere a questi attacchi.
Teniamoci in contatto.

venerdì 18 gennaio 2008

Radiazioni Elettromagnetiche

ME RCO L E DÌ 1 6 G E NNA I O 2 0 0 8

Danni da radiazioni elettromagnetiche

Questo articolo non è mio, è di Acquaemotion, riprodotto perla
sua utilità ed attualità dal blog di freenfo

"Mens sana in corpore sano
"Si è vero, oggi si abusa eccessivamente di questa importante
quanto elementare locuzione latina di Giovenale scritta non poche
epoche passate.Ma il nostro organismo se può sembrare ad un
primo impatto assai robusto ed efficiente, necessita di molte
attenzioni, forse troppe ai nostri tempi purtroppo.
Con il passare degli anni sono andati esponenzialmente
aumentando, complice la sempre più complessa e ricca offerta di
prodotti alimentari offerti dall'industria, i disturbi al nostro
organismo provocati dai cibi.Piccoli assorbimenti di quantità di
cibo o elementi apparentemente innocui assunti giornalmente
anche in modestissime quantità, spesso ripetute più volte nell'arco
delle stesse 24 ore, possono recare danni al corpo di entità assai
rilevanti.Inizierà ora una serie di articoli che saranno presentati e che
andranno a studiare alimenti che tanto spesso diamo così per
scontati ed innocui a priori, ma che in realtà celano cause di
possibili disturbi se assunti con regolare quantità senza averne il
benché minimo sospetto.Vi accorgete ben presto che alimenti così
banali in realtà non sono più tali date le lunghe trasformazioni di
prodotto dell'industria che vengono effettuate prima di essere
portati in tavola!Un piccolo suggerimento :) è quello di prendere i
seguenti articoli e stamparli per intero di volta in volta.Arriverete
ad avere ben presto una ricca e preziosa guida che sarà utile non
solo a voi ma anche a tutte le persone a cui vorrete farla leggere,
un pratico vademecum che spero vi sarà di aiuto!
* * * * *Parliamo del nostro più caro amico che da una decina di
anni oramai ci accompagna costantemente tutto il giorno, da un
buon risveglio alla mattina sino alle coccole con dolci microonde
durante la notte appoggiato lì sul comodino affianco a noi.
Puntualmente a ritmo ciclico, escono studi e ricerche promossi ed
effettuati da importanti università o centri di ricerca circa la non
correlazione causata dall'uso dei cellulari e il sorgere o
amplificarsi di malattie altamente degenerative. Per ogni piccolo
ricercatore che asserisce la grande pericolosità di questi
apparecchi sono pronti orde di altri ricercatori, medici(?) e
studiosi pronti ad apparire sulle stampe e tv di mezzo mondo, e
smentire tutto o meglio dimostrare tutto il contrario di tutto.Se
volete voi fidatevi pure di queste ricerche e finite di leggere
l'articolo qui ^_^!

Io intanto riporto qui i risultati delle mie ricerche eseguite sulla
rete, e mi raccomando tenete ben aperte le finestre perchè alla fine
dell'articolo penso che qualcuno stabilirà il record mondiale di
lancio di un telefono cellulare dal balcone ;-)

! Sintomi soggettivi riportati dopo un uso prolungato del
cellulareDiversi sono i sintomi soggettivi riscontrati dopo un uso
prolungato nel tempo del cellulare: vertigini, disagio, difficoltà di
concentrazione e memoria, fatica, calore all'orecchio e dietro allo
stesso, sensazione di bruciore al volto. Alcuni studi scandinavi
hanno coinvolto 6379 utenti di telefoni GSM e 5613 di telefoni
NMT (analogici) in Svezia e 2500 utenti di un gruppo e dell'altro
in Norvegia (Sandstrom et al., 2001; Wilen et al., 2003).
Questi studi tenevano conto dell'assorbimento di energia (SAR)
nelle strutture cerebrali adiacenti all'orecchio e del tempo di
utilizzo giornaliero dell'apparecchio, stimato in base al numero
delle chiamate e alla loro durata. La conclusione raggiunta è che
alcuni sintomi soggettivi come vertigini, disagio e calore dietro
all'orecchio sono correlati ad elevati valori di assorbimento di
energia (>0,5 W/Kg) e a lunghe e ripetute chiamate giornaliere.
! L’uso frequente dei telefoni cellulari nei giovani potrebbe
danneggiare nel cervello le sedi dell’apprendimento, della
memoria e del movimento.
! Gli utilizzatori di lunga data dei cellulari hanno
significativamente più probabilità di sviluppare un certo tipo di
tumore cerebrale sul lato della testa accostato al cellulare. Lo
rivela una nuova ricerca.I risultati sembrano indicare rischi per la
salute nelle persone che hanno usato regolarmente i cellulari da
più di 10 anni. Uno studio su larga scala ha trovato che coloro che
hanno usato regolarmente i cellulari per più di 10 anni erano quasi
il 40% più esposti allo sviluppo di tumori del sistema nervoso,
detti gliomi, in prossimità della zona dove viene tenuto il
telefonino! Portare il cellulare attaccato alla cintura dei pantaloni o in tasca
potrebbe non essere una buona idea. Ad affermarlo sono gli
studiosi ungheresi che da qualche tempo stanno studiando la
possibilità che l'uso del telefonino riduca la fertilità
maschileDopo aver attraversato la pelle, i muscoli del viso e le
ossa del cranio, queste onde elettromagnetiche arrivano a 2 cm. di
profondità dalla regione più superficiale, ma anche la più
sensibile del cervello, il cortex o corteccia cerebrale. L'energia
elettromagnetica è convertita in calore (altra forma di energia)
provocando un aumento della temperatura del tessuto cerebrale.
A livello della corteccia cerebrale questo aumento e di circa 1°C",
spiega Luc Verschaeve, del gruppo di ricerca di Anne-Marie
Maes, al "Vlaamse Intelling Voor Techonologisch Onderzoek" di
Mol (Belgio). Tutto succede esattamente come in un forno a
micro-onde, tranne che qui è il centro nevralgico del corpo umano
che subisce il riscaldamento."Se si telefona regolarmente per
lunghi periodi, non è impossibile che l'effetto termico finisca per
ledere l'ADN cellulare e provocare dei tumori cancerogeni",
precisa il Dott. Luc Verschaeve.
In effetti l'ADN dei cromosomi porta i geni che programmano
l'insieme delle caratteristiche della vita: é sufficiente che uno di
loro sia leso perché i meccanismi vitali siano perturbati."Perché
un cancro appaia è necessario che l'alterazione dell'ADN si situi a
livello del gene che è all'origine della proteina p53", precisa
Caroline Movret-Lalle, ricercatrice del "Centro di lotta contro il
cancro Leon-Bérard" di Lione. "Questo gene è detto "soppressore
di cancro", perché la proteina p53 che esso induce si oppone alla
cancerizzazione della cellula quando questa è aggredita. Quando
questo gene é leso, la proteina p53 é deficiente e non produce più
il genone".
Le radiazioni dei cellulari (e dei ripetitori) interferiscono con il
DNA delle cellule e col loro meccanismo di riparazione (Journal
of Cellular Biochemistry).Avete mai visto un topo con un
cellulare?Io a dire la verità ancora no :) ma una ricerca su questi
animaletti che sempre più spesso vengono usati come cavie hanno
dato una significativa risposta allo studio della grande pericolosità
delle onde emesse che ho trovatoqui, ricerca effettuata da
un'equipe australiana del "Royal Adelaide Hospital" diretto dal
Dott. Michael Rapacholi.
Questi lavori sono stati pubblicati in "RADIATION
RESEARCH", una rivista scientifica di alto livello.I topi,
sviluppano rarissimamente il cancro, anche nelle peggiori
condizioni ambientali. I ricercatori hanno dunque utilizzato dei
topi geneticamente programmati per sviluppare un linfoma,
cancro del sistema linfatico. Due lotti di 101 topi sono stati
costituiti. Uno é stato esposto per 18 mesi a dei campi
elettromagnetici della stessa potenza di irradiazione dei cellulari
mentre un gruppo-testimone era lasciato in condizioni normali.
Fra i topi sottoposti a irradiazione elettromagnetica, 43 hanno
sviluppato un linfoma contro 22 del gruppo testimone.
Questi risultati sono stati contestati dai fabbricanti di cellulari i
quali hanno fatto valere che siccome gli animali erano stati
programmati per sviluppare un cancro. non si poteva attribuire i
tumori alle onde elettromagnetiche. Ciò non toglie che
l'esposizione alle onde provoca due volte più cancri. In ogni
modo é generale che tutti i risultati che mettono in causa la
telefonia mobile siano sistematicamente contestati e rifiutati dai
fabbricanti di portatili.Il Dott. Henry Lai, che lavorava sotto
contratto con "WIRELESS TECHNOLOGY
RESEARCH" (WTR), una società sotto tutela dei fabbricanti di
cellulari, si é visto rifiutare la pubblicazione dei suoi lavori perché
smentivano il credo dei fabbricanti.
Per due volte la società WTR gli ha ritornato le copie affinché gli
portasse dei ritocchi:"Mi chiedevano di interpretare diversamente
i miei risultati per renderli più favorevoli al telefono cellulare",
scatta il ricercatore. La stessa disavventura é accaduta alla biologa
Ross Adey che effettuava degli studi per conto di
"MOTOROLA", uno dei giganti mondiali della telefonia mobile.
Poiché il fabbricante rifiutava di ammettere le sue conclusioni,
cioè l'effetto nocivo delle onde elettromagnetiche sugli animali di
laboratorio, ha preferito far cessare la sua collaborazione
scientifica "Prima ancora di risolvere il problema della fame, della
carenza di acqua e miglioramento delle condizioni di vita cari
elettori io vi prometto:Un cellulare per ogni abitante di questo
pianeta!
Questa notizia è del 5 Giugno del 2006"Il mercato dei telefoni
cellulari va a gonfie vele: 224 milioni di unità vendute nel mondo
nel primo trimestre del 2006. C'è stato un incremento nelle
vendite del 23,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno
precedente. I dati sono forniti dalla società di ricerche Gartner che
prevede che entro la fine dell'anno le vendite sfioriranno il
miliardo di pezzi (960 milioni di unità). Il risultato incoraggiante
non deriva certo da Europa dell'ovest o Nord America, dove si
registra una certa stagnazione se non calo, ma piuttosto dai
cosiddetti mercati emergenti."Fatevi due conti ora capite perché i
cellulari ora fanno bene ora fanno male?Niente di nuovo sotto il
sole dunque.A quale conclusione si può arrivare?Che cellulare
buono è un cellulare spento! ^_^
* * * * * * * * * *Titolo originale: The Largest Biological
Experiment EverFonte: www.eldoradosun.comTraduzione di
Amanda Adams "La Leva di Archimede"Articolo segnalato da
Foster
Titolo originale: The Largest Biological Experiment EverFonte:
www.eldoradosun.comTraduzione di Amanda Adams "La Leva di
Archimede"
Nel 2002, Gro Harem Brudtland, allora capo del WHO (World
Health Organization), disse ad un giornalista norvegese che i
cellulari erano stati banditi dal suo ufficio a Ginevra perché se un
telefono cellulare era a meno di 4 metri di distanza si
ammalava.La signora Brundtland è un medico e il precedente
Primo ministro della Norvegia. Questa sensazionale notizia,
pubblicata il 9 marzo del 2002 da Dagbladet, fu completamente
ignorata da tutte le altre testate giornalistiche nel mondo. La
settimana seguente un suo dipendente, Michael Repacholi,
responsabile del progetto internazionale EMF (campi
elettromagnetici), minimizzò pubblicamente le preoccupazioni
del suo diretto superiore. Cinque mesi dopo, per ragioni che molti
sospettano legate all’annuncio riportato in precedenza, la signora
Brundtland ha dato le sue dimissioni dal comando del WHO dopo
appena un mandato.Niente potrebbe dimostrare più chiaramente
la schizofrenia collettiva di quando si parla delle radiazioni
elettromagnetiche. Rispondiamo a tutti quelli preoccupati per la
loro salute (come fa intendere il progetto EMF), ma ignoriamo ed
emarginiamo coloro, come la Sig.ra Brundtland, che ne hanno già
subito i danni.
Come consulente degli effetti sulla salute della tecnologia
wireless, ricevo chiamate che possono essere
approssimativamente suddivise in due gruppi: le persone
solamente preoccupate, che chiamerò gruppo A, e quelle già
ammalate, che chiamerò gruppo B. A volte vorrei organizzare una
conferenza telefonica ed invitare i due gruppi per farli
confrontare, abbiamo bisogno di una comprensione globale del
problema in quanto siamo sulla stessa barca. Un individuo del
gruppo A, preoccupato, solitamente chiede il tipo di protezione da
usare sul cellulare ed il tipo di auricolare. A volte chiede anche
qual è la distanza che ci dovrebbe essere tra la sua abitazione ed
un ripetitore. Un individuo del gruppo B, ammalato, vuole sapere
quale protezione usare per la sua casa, come si può curare o,
sempre più di frequente, in quale parte del paese trasferirsi per
salvarsi dalle radiazioni.Questo articolo è stato scritto come un
piccolo manuale, prima di tutto per mettere tutti sulla stessa linea
d’onda e poi per chiarire alcune cose in modo che si possano
effettuare scelte razionali verso un mondo più sano.
Elementi fondamentali
La cosa più importante sui telefoni cellulari ed i ripetitori è che
emettono radiazioni microonde proprio come le antenne Wi-Fi, i
computer senza fili (portatili), i telefoni cordless e le loro unità
base e tutti gli altri apparecchi senza fili. Se è un apparecchio di
comunicazione e non è connesso ad un filo, emette radiazioni. La
maggior parte dei sistemi Wi-Fi ed alcuni cordless usano la stessa
frequenza dei forni a microonde, altri invece usano frequenze
diverse. I dispositivi Wi-Fi sono sempre accesi ed emanano in
continuazione radiazioni come le unità di base dei cordless che
emanano radiazione anche quando il telefono non è in uso. Un
telefono cellulare acceso, seppure non in uso, emana in
continuazione radiazioni.
Per non parlare dei ripetitori, logicamente sempre attivi.A questo
punto potresti domandare quale è il problema. Gli scienziati
normalmente suddividono lo spettro elettromagnetico in
“ionizzanti” e non “ionizzanti”. Le radiazioni ionizzanti, che
includono i raggi x e le radiazioni atomiche, causano il cancro. Le
radiazioni “non ionizzanti”, tra cui le microonde, dovrebbero
essere innocue. Questa distinzione mi ricorda la propaganda
dell’Animal Farm di George Orwell: “Quattro gambe buono, due
gambe cattivo”. – L’affermazione “Non ionizzante buono,
Ionizzante cattivo” è poco affidabile.
Una volta un astronomo, scherzò sull’eventualità che se Neil
Armstrong avesse portato un telefono cellulare sulla luna nel
1969, ci sarebbe apparsa come la terza più potente fonte di
radiazioni microonde nell’universo, preceduto solo dal sole e
dalla via lattea. Egli aveva ragione. L’evoluzione della vita sulla
terra è avvenuta con livelli trascurabili di radiazioni microonde.
Un numero crescente di scienziati asserisce che le nostre cellule
usano le microonde per comunicare tra loro, come il sussurro di
un gruppo di bambini al buio e che i cellulari interrompono
bruscamente questa loro comunicazione. Comunque, sta di fatto
che siamo tutti quanti bombardati da una quantità di microonde
che superano di dieci milioni di volte la media naturale del
passato, ogni giorno, se usiamo o non usiamo il cellulare. Sta di
fatto, anche, che la maggior parte delle radiazioni proviene dalle
tecnologie create dal 1970 ad oggi.Per quanto riguarda i cellulari,
avvicinandoli alla testa danneggi il tuo cervello in vari modi. Per
prima cosa, pensa ad un forno a microonde. Il telefonino, come il
forno a microonde e a differenza di una doccia calda, riscalda
dall’interno, non dall’esterno. Non ci sono sensori per avvisarti
del riscaldamento graduale del cervello in quanto la nostra
evoluzione non è avvenuta in presenza di radiazioni microonde.
Inoltre, la struttura della testa e del cervello è talmente complessa
e non uniforme che si creano all’interno di esso dei “punti caldi”
dove il riscaldamento può superare dai dieci alle cento volte
quello dei tessuti adiacenti. Questi cosiddetti punti caldi possono
crearsi sulla superficie del cervello in prossimità del cranio, in
profondità o addirittura a livello molecolare.
La FCC (Commissione Federale delle Comunicazioni USA) è
incaricata di stabilire le norme che regolano l’utilizzo dei telefoni
cellulari. Nell’imballaggio della maggior parte dei telefoni è
esposto un numero chiamato SAR (Specific Absorption Rate) che
dovrebbe indicare per ciascun modello di cellulare, la quantità di
energia elettromagnetica assorbita dal cervello. Uno dei principali
problemi, però, sono i parametri arbitrari sulla quale si basa la
FCC. Sostengono che il cervello può sopportare un
surriscaldamento fino a 1 grado C per ora.
A peggiorare la situazione è la procedura scandalosa usata per
dimostrare la conformità degli apparecchi a questi limiti per dare
ad ogni modello di cellulare un numero SAR. La procedura
standard per la misurazione del SAR consiste, strano ma vero,
nella misurazione su una “testa fantasma”, un fluido omogeneo
racchiuso in un contenitore a forma di cranio fatto di plexiglas.
Voilà, nessuna zona calda! In realtà, le persone che usano il
cellulare per svariate ore al giorno, stanno in continuazione
surriscaldando zone del loro cervello. Tra l’altro i parametri creati
dalla FCC sono stati elaborati da ingegneri elettrici e non da
medici!La barriera sanguigna del cervello.
Il secondo effetto collaterale del quale vi vorrei parlare, che è
stato provato nei laboratori, avrebbe dovuto di per sé essere
abbastanza, per chiudere questa industria e spaventare chiunque
convincendoli a non usare più i loro telefoni cellulari. Io lo
chiamo la “prova schiacciante” contro i telefoni cellulari. Come la
maggior parte degli effetti biologici delle radiazioni microonde,
questo non ha niente a che fare con il riscaldare.Il cervello è
protetto da una griglia di passaggi stretti tra cellule adiacenti delle
pareti dei capillari, la cosiddetta barriera sanguigna del cervello
che, come una pattuglia di guardia, fa passare i nutrienti e blocca
le sostanze tossiche. Dal 1988, nei laboratori di ricerca di un neurochirurgo svedese,
Leif Salford, vengono eseguite diverse variazioni di questo
semplice esperimento: delle cavie vengono esposte a radiazioni
dei cellulari o di altri tipi di fonte di radiazioni microonde, in
seguito questi ratti vengono sacrificati per esaminare l’albumina
nel loro cervello. L’albumina è una componente del sangue che
normalmente non attraversa la barriera sanguigna del cervello. La
presenza di albumina nei tessuti del cervello è un segnale che dei
vasi sanguigni sono stati danneggiati e che il cervello abbia perso
una parte della sua protezione. Questo è quello che hanno trovato
costantemente i ricercatori negli scorsi 18 anni: le radiazioni di
microonde in una quantità uguale alle emissioni di un cellulare
hanno causato la dispersione di albumina nei tessuti del cervello.
Un'unica esposizione per 2 minuti ad un normale telefonino ha
provocato la dispersione di albumina nel cervello. In uno degli
esperimenti, riducendo le esposizioni a 1/1000, i danni alla
barriera sanguigna del cervello sono di fatto aumentati,
dimostrando che i danni non sono proporzionali alla dose e che
ridurre la potenza non renderà i telefoni cellulari più sicuri.
Alla fine, in una ricerca pubblicata nel giugno 2003, si è
dimostrato che un’unica esposizione di 2 ore ad un cellulare, una
sola volta nella vita, ha danneggiato definitivamente la barriera
sanguigna del cervello; 50 giorni più tardi nell’autopsia è stato
verificato che il 2% delle cellule del cervello dell’animale erano
state distrutte, incluse le cellule collegate all’apprendimento, alla
memoria e al movimento. Riducendo il livello di esposizione di10 o 100 volte,
per simulare la ridotta esposizione che si ha usando l’auricolare, allontanando
il cellulare dal corpo o stando semplicemente nelle vicinanze di qualcuno che
sta usando il cellulare, non ha cambiato il risultato della ricerca! Anche con la
minima esposizione, la metà degli animali, mostrava un numero
discreto o elevato di neuroni danneggiati.
Quali sono le implicazioni per noi? Due minuti al cellulare
disturbano la barriera sanguigna del cervello, due ore al cellulare
danneggiano definitivamente il cervello, le radiazioni “passive”
potrebbero essere altrettanto dannose. La barriera sanguigna del
cervello di un ratto è identica a quella dell’uomo. Questi risultati
eclatanti hanno creato talmente tanta agitazione in Europa che nel
Novembre 2003 fu organizzata una conferenza sponsorizzata
dall’Unione Europea, dal titolo “La barriera sanguigna del
cervello – Può essere influenzata dalle interazioni delle onde
elettromagnetiche?”, apparentemente per rassicurarci, quasi come
lanciare un messaggio: “Stiamo facendo qualcosa!”.
Realmente non hanno fatto niente, come non è stato fatto niente
negli ultimi 30 anni.Alan Frey, durante tutti gli anni ’70, fu il
primo dei tanti a dimostrare che le microonde a basso livello
danneggiano la barriera sanguigna del cervello. (2) Un
meccanismo simile protegge l’occhio (barriera sanguigna
dell’occhio) e il feto (barriera placentare), Frey ed altri
dimostrarono che le microonde danneggiano anche queste
barriere. (3) L’implicazione: Nessuna donna incinta dovrebbe
usare il telefono cellulare.Il Dott. Salford è molto schietto per
quanto riguarda le sue ricerche. Definisce l’uso dei cellulari come
“il più grande esperimento biologico mai esistito”, e ha avvertito
pubblicamente che un’intera generazione di teen-ager potrebbero
trovarsi a soffrire di deficit celebrali o di Alzheimer non appena
raggiunta la mezz’età.
La malattia delle onde elettromagnetiche
Sfortunatamente, i cellulari non nuocciono solamente a chi li usa,
e purtroppo non ci dobbiamo preoccupare solo del cervello. Il
seguente sommario è stato preparato tenendo conto di un vasto
numero di lavori scientifici sugli effetti delle onde
elettromagnetiche (che comprendono anche le microonde), e delle
esperienze di alcuni scienziati e medici da tutto il mondo, con i
quali sono in contatto.Gli organi più suscettibili alle radiazioni
includono i polmoni, il sistema nervoso, il cuore, gli occhi e la
ghiandola tiroidea. Le malattie legate a tali organi, come asma,
disordini del sonno, ansia, ADD, autismo, sclerosi multipla, ALS,
Alzheimer, epilessia, fibromi, fatica cronica, cataratte,
ipotiroidismo, diabete, melanomi maligni, cancro del testicolo e
attacchi di cuore, sono aumentate notevolmente negli ultimi
decenni, ci sono numerose ragioni che fanno collegare tale
incremento al notevole aumento delle onde elettromagnetiche
nell’ambiente.Le radiazioni microonde trasmesse dai ripetitori,
sono state associate anche al diffuso seccarsi degli alberi,
all’incapacità di riproduzione e la diminuzione di molte specie di
uccelli, alle malattie e le deformazioni neonatali degli animali da
fattoria. La documentazione a prova degli effetti biologici delle
radiazioni microonde è molto vasta, raggiunge quasi i diecimila
documenti. Sono sbalordito di come i rappresentanti dell’industria
riescono a cavarsela dicendo che la tecnologia senza fili sia
risultata innocua, o entrando ancora di più nel ridicolo, che non ci
siano prove di dannosità.Ho omesso dalla lista sopra una malattia:
la malattia che ho io e “l’individuo del gruppo B”.
Di seguito un riassunto storico. Negli anni ’50 e ’60 i lavoratori
che costruivano, testavano e riparavano impianti radar, furono
colpiti in larga scala da questa malattia. Così fu anche per chi,
nelle industrie, costruiva o riparava forni e saldatrici a microonde.
I sovietici lo hanno chiamato, giustamente, la malattia delle onde
radio, ed hanno fatto ricerche approfondite a riguardo.
Nell’occidente, l’esistenza di questa malattia è stata sempre
negata, ma i lavoratori continuavano ad ammalarsi. Vedi le
testimonianze in un’udienza del 1981 d’avanti al Congresso,
presidiata dal rappresentante Al Gore, che illustrarono gli effetti
dei forni e saldatori a microonde. Un altro episodio di “Stiamo
facendo qualcosa!” ma realmente niente viene fatto.Al giorno
d’oggi con la proliferazione dei ripetitori radio e dei trasmettitori
personali, la malattia si è diffusa come una piaga nella
popolazione. La stima è che la malattia ha colpito 1/3 della
popolazione, ma viene diagnosticata per quello che è, solamente
quando ha disabilitato a tal punto l’individuo, che oramai non può
più avere una vita sociale.
Alcuni dei sintomi più comuni sono: insonnia, giramenti di testa,
nausea, mal di testa, fatica, perdita di memoria, mancanza di
concentrazione, depressione, dolori del torace, fischio nelle
orecchie. I pazienti possono anche manifestare infezioni croniche
a livello respiratorio, aritmie cardiache, sbalzi di pressione
improvvise, sbalzi dei livelli dello zucchero nel sangue,
disidratazione, e persino lesioni ed emorragia interna. Quello che
rende questa malattia così difficile da accettare, è che nessuna
terapia potrebbe essere di successo se non si elimina l’esposizione
alla causa, ma la causa ormai è ovunque. Un sondaggio del 1998
del Dipartimento dei Servizi Salutistici della California, indica
che nello stesso anno 120.000 californiani, di conseguenza 1
milione di americani, non hanno potuto lavorare per problemi
relativi alle onde elettromagnetiche. (4) Il numero delle persone
cosiddette elettro-sensitive sta aumentando sensibilmente in ogni
paese del mondo. Sono marginalizzate, etichettate ed ignorate.
Con la presenza di onde elettromagnetiche ovunque, raramente si
riprendono e a volte si tolgono la vita.Il Dott. Olle Johansson si
riferisce agli ammalati dichiarando “Ci avvertono di un pericolo
che c’è per tutti”. “Potrebbe essere un enorme errore sottoporre il
mondo intero a radiazioni 24 ore al giorno”. Il Dott. Johansson,
neuro-scienziato del famoso Istituto Karolinska a Stoccolma,
dirige un gruppo di ricerca che sta documentando il
peggioramento significativo della salute pubblica che ebbe inizio
con l’introduzione in Svezia nel 1997 dei cellulari di seconda
generazione a 1800MHz. (5,6)Dopo un declino durato 10 anni, a
fine 1997 il numero di permessi per malattia dei lavoratori svedesi
è aumentato notevolmente, e nei 5 anni successivi i permessi sono
più che raddoppiati.Durante lo stesso periodo è raddoppiata anche
la vendita di antidepressivi. Il numero di incidenti stradali, dopo
una notevole riduzione negli anni precedenti, nel 1997 iniziò di
nuovo ad aumentare. Dopo anni di declino i decessi per
Alzheimer nel 1999 si alzarono di picco e sono quasi raddoppiati
nel 2001. Considerando che l’Alzheimer richiede alcuni anni per
svilupparsi, ecco risolto il ritardo di 2 anni a livello statistico.
Proliferazione incontrollata
Se i cellulari ed i suoi ripetitori sono mortali, i ripetitori radio e tv,
con i quali abbiamo vissuto per più di un secolo, sono stati
innocui? Nel 2002, Orjan Hallberg e Olle Johansson hanno scritto
una relazione che analizza questa domanda dal titolo: “La
tendenza al cancro durante il ventesimo secolo”. (7) Hanno
trovato negli Stati Uniti, Svezia e dozzine di altri paesi, che
l’aumento della mortalità per il melanoma della pelle e per il
cancro della vescica, prostata, colon, seno e polmoni, erano quasi
paragonabili all’aumento dell’esposizione pubblica alle onde
elettromagnetiche negli ultimi 100 anni. Quando aumentavano i
trasmettitori in una determinata zona, aumentavano anche i casi di
quei tipi di cancro, quando i trasmettitori diminuivano,
diminuivano anche i casi di cancro. Un’altra scoperta
sensazionale, paese per paese, e località per località in Svezia,
hanno trovato statistiche che provavano che i tumori causati
dall’esposizione alle onde elettromagnetiche erano tanti quanto
quelli causati dal fumo delle sigarette.Questo mi porta a
sottolineare un’incomprensione globale. La differenza più grande
tra i ripetitori dei cellulari di oggi ed i ripetitori radio, non è la
sicurezza bensì il numero. Il numero di ripetitori radio negli Stati
Uniti, ancora oggi, è minore di 14000. Il numero di ripetitori per i
cellulari ed i ripetitori Wi-Fi superano i centomila, e di cellulari,
computer portatili, cordless e “walkie-talkie” se ne contano un
centinaio di milioni. Inoltre si stanno moltiplicando senza
controllo le istallazioni radar ed i network di comunicazione per
le emergenze. Dal 1978, quando l’Agenzia per la protezione
ambientale ha per l’ultima volta censito le onde radio negli Stati
Uniti, l’esposizione urbanistica per ogni abitante alle onde
elettromagnetiche è aumentata di 1000 volte, l’aumento maggiore
c’è stato negli ultimi 9 anni. 8Nello stesso periodo,
l’inquinamento elettromagnetico si è esteso come la nebbia dalle
città a tutto il pianeta.Le vaste conseguenze di tutto questo
sull’umanità sono ignorate. Dalla fine del 1990, è stata creato
negli Stati Uniti, un’intera nuova classe di rifugiati ambientali.
Abbiamo un numero, sempre maggiore, di persone ammalate o
morenti, che, come me, stanno cercando un po’ di sollievo dalla
sofferenza, abbandonano le loro case, alcuni vivono nelle
macchine, nei rimorchi o in tenda senza fissa dimora. A differenza
dei terremotati, nessuno fa alcun tentativo per alleviare le nostre
sofferenze. Nessuno sta raccogliendo donazioni, magari per
comprare una casa protetta, nessuno prende in considerazione la
possibilità di rinunciare al proprio telefono cellulare, i loro
portatili o i loro cordless in modo che possiamo avere anche noi
dei vicini di casa.Le persone preoccupate, e quelle ammalate non
si sono ancora aperti l’un l’altro, però si pongono domande.Una
risposta al gruppo A: Nessuna barriera o auricolare può
proteggerti dal tuo telefono cellulare o dal tuo cordless. Non c’è
una distanza che può essere considerata sicura dai ripetitori. Se il
tuo telefono cellulare, il tuo cordless o il tuo portatile funziona
nella tua casa, sei irradiato 24 ore su 24.Al gruppo B: Creare una
barriera efficace per la tua casa, è difficile ed ha poche possibilità
di successo. Ci sono solo un paio di medici negli Stati Uniti che
provano a curare i danni delle onde elettromagnetiche, e
raramente hanno avuto successo poiché ci sono pochissimi luoghi
in tutto il mondo dove ancora non sono arrivate le radiazioni.Si, le
radiazioni provengono anche dall’alto, dai satelliti; i satelliti sono
una parte del problema, non la soluzione. Non c’è alcun modo per
rendere la tecnologia wireless sicura.La nostra società in appena
un decennio, è divenuta socialmente ed economicamente
dipendente da quella tecnologia che sta danneggiando
tremendamente il mondo. Più ci “infanghiamo” in questa
tecnologia, più sarà difficile uscirne. Il momento per uscirne,
come individuo e collettivo, per quanto possa essere difficile, è
adesso!"Se questo piccolo oggettino farà tanti danni, allora cosa
potrà mai fare un collegamento Internet Wi-Fi?Se indovinate...
STOP AL Wi-Fi, fa male! (tratto da La Stampa)
Senza fili, ma con il mal di testa. E insonnia, dolori muscolari,
nausea. Questi i sintomi accusati da alcuni dipendenti delle
biblioteche municipali parigine, soprattutto quelli che lavorano
nei pressi delle centraline Wi-Fi.Il personale è sostenuto da due
associazioni ecologiste che si battono contro le antenne della
telefonia mobile e oggi se la prendono con il Wi-Fi.
«Siamo sul terreno dell'invisibile (le onde) e dobbiamo
raccogliere elementi razionali», commenta l'amministrazione
parigina, che evoca «un malessere sociale» e la necessità
d'ascoltare l'opinione pubblica. Così l'assemblea municipale ha
deciso prima di interrompere il servizio in sei biblioteche,
poi haesteso in via precauzionale la moratoria alle altre. Ora il wireless
pubblico è sospeso in tutti i locali chiusi della capitale francese,
mentre è ancora disponibile all'aperto, dove si ritiene che i rischi
siano minori.Le decisioni della Francia arrivano dopo le
raccomandazioni dell'Ufficio federale per la difesa dalle
radiazioni tedesco, che ha segnalato i possibili rischi di
un'esposizione eccessiva alle onde Wi-Fi: «Le prove fin qui
raccolte indicano che questo tipo di emissioni, all'interno di certi
limiti, non sono dannose - ha spiegato un portavoce del Bfs -.
Non si può tuttavia escludere che vi siano degli effetti negativi».
La conclusione è semplice: meglio continuare con il collegamento
via cavo.Ad aprile il sindacato inglese degli insegnanti aveva
chiesto l'abolizione delle reti wireless nelle scuole: ad essere
esposti sarebbero soprattutto i bambini, secondo la Health
Protection Agency. Anche la Bbc aveva lanciato l'allarme, con
un'inchiesta in cui spiegava che il campo magnetico in un'aula
equipaggiata con Wi-Fi è tre volte più potente di quello emesso da
un ripetitore Gsm.
E dall'altra parte dell'oceano, in Canada, il rettore dell'Università
di Lakehead (Ontario) ha scelto il cablaggio con fibre ottiche: 8
mila punti d’ accesso, con il wireless limitato all’indispensabile.
Sul sito dell'università si citano due risoluzioni adottate in Italia
dalla Commissione internazionale per la sicurezza
elettromagnetica, secondo cui l'esposizione prolungata a
radiazioni determinerebbe un aumento dei casi di cancro e altre
malattie di origine genetica.
Sempre in Italia, ad ottobre, l'onorevole Poretti (Rosa nel Pugno)
ha rivolto un'interrogazione al ministero della Salute sul «rischio
derivante dall'uso di infrastrutture Wi-Fi». La risposta è stata
tranquillizzante: secondo l'Oms, gli effetti nocivi non sarebbero
provati e comunque il ministero ha avviato un progetto triennale
(«Camelet») per valutare i dati scientifici, la stima dei rischi
sanitari e l'informazione ai cittadini.Perché, semmai, il pericolo è
l'inestricabile groviglio di onde elettromagnetiche in cui siamo
continuamente sommersi, dalla radio alla tv e ai telefonini.
E se è vero che con il 2008 arriverà un nuovo standard Wi-Fi più
veloce e potente (si chiama 802.11 N), sarà comunque sempre
meno pericoloso di un forno a microonde, con buona pace dei
bibliotecari parigini.LO SAPEVI CHE?«Cresce il rischio di
tumori»Stare un anno a scuola con una rete Wi-Fi attiva equivale
a un'esposizione pari a quella che si ha parlando per 20 minuti al
telefonino. È la conclusione del più recente studio inglese sugli
effetti del wireless sulla salute. Una ricerca controversa, come
tutte quelle che riguardano gli effetti delle radiazioni
elettromagnetiche sulle cellule umane. I danni maggiori - secondo
altri studi - sarebbero di origine genetica e sul lungo termine
potrebbero provocare tumori e leucemie. Cosa si può consigliare?
Personalmente vi posso suggerire in casa, o in ufficio non tenetevi
il cellulare sempre nelle vostre vicinanze. Almeno un metro è
meglio di venti centimetri.
Se potete usate il vivavoce del cellulare, ma non sempre vi sarà
possibile, ma sempre meglio che tenerlo sempre vicino l'orecchio.
E sopratutto non usateli sempre e comunque per ogni minima
piccolezza, sarà banale, ma tornate indietro con la memoria
(sempre che il cellulare l'abbia lasciata integra ;-) ) e ricordate
come facevate qualche anno addietro!
Altro utilissimo consiglio è di non usare i telefoni cordless in
casa! Sappiate che la potenza di questo apparecchio (il ricevitore
in particolare) tra le mura di casa è quasi paragonabile ad un

ripetitore di telefonia mobile!

Traete le vostre conclusioni..Se volete ulteriormete approfondire
eccovi i link di riferimento dove potrete reperire tante altre
preziose informazioni:
http://www.biomarket1.com/elettrosmog/danni_cellulari2.htm
http://contenuti.interfree.it/114/IDNotizia7652.htm
http://www.disinformazione.it/cellulare3.htm
http://www.disinformazione.it/cervello_microonde.htm
http://www.disinformazione.it/cellulariefertilita.htm
http://www.disinformazione.it/cellulare_e_tumore.htm
http://www.lauraquinti.net/Articoli/celulari_e_salute.htm

http://nekradamus.blogspot.com/2007/10/cervello-fritto.html